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Badminton House è il nome del castello, nella regione del Gloucestershire in Inghilterra di proprietà della dinastia dei Duca di Beaufort, dove si ritiene che all’incirca verso il 1860 venne ideata una nuova disciplina sportiva. La nascita è avvolta nella leggenda: qualcuno forse, J.L. Baldwin, noto sportivo esperto nell'ideare regolamenti per giochi e passatempi, avrebbe steso (a 1,55 metri dal suolo) una cordicella dal camino alla porta d'ingresso della sala principale del castello (lunga 13,40 e larga 6,10 metri), dove i “cortigiani” erano soliti rifugiarsi nei giorni di cattivo tempo, creando così una rudimentale rete.
La sala veniva, dunque, divisa in due metà ognuna delle quali occupata da uno (singolare) o due (doppio) atleti. Ogni atleta era dotato di una racchetta di dimensioni e peso ridotte rispetto alle racchette utilizzate nel tennis.
Il vero protagonista, però, del gioco del badminton è un originale e simpatico attrezzo: il volano. Il volano è una semisfera di sughero contornata da sedici penne d’oca. Scopo del gioco è colpire “al volo” il volano con la racchetta cercando di oltrepassare la corda (oggi una rete) per piazzarlo sul suolo del campo avversario.
Prima del 1867 la modernizzazione del gioco, con linee tracciate sul campo e una vera rete, era completata. Gli ufficiali britannici e le loro famiglie lo praticavano con intenti ricreativi in India, dove era popolare come poona, dal nome della località in cui il colonnello H.O. Selby ne stilò un preciso regolamento nel 1873; prima, quindi, dell'inaugurazione del moderno lawn tennis, codificato nel marzo del 1874. Nel 1877 il regolamento venne pubblicato a Karachi.
Rispetto alle regole del Badminton, il volano ha origini antichissime nella storia dell’umanità. Taluni ipotizzano che sia il progenitore della palla. Si riscontrano esempi di volano già nel 3000 a.c. A Firenze, presso la Galleria degli Uffizi, una tela di Jean Baptiste-Simeon Chardin risalente al 1740 raffigura “Una ragazza col volano”. Nelle Indie dell’epoca coloniale il volano era chiamato “Poona”; si giocava cercando di rilanciarlo il più lontano possibile.
Le dimensioni del campo e degli attrezzi sono rimaste, sebbene con l’ovvio avanzamento dei materiali, invariati fino ai giorni nostri.
Il badminton è divenuto disciplina olimpica a Barcellona nel 1992 e sarà disciplina paralimpica da Tokyo nel 2020. Attualmente è il terzo sport per praticanti nel mondo, gli atleti più noti e competitivi appartengono alle regioni asiatiche (prevalentemente Cina, Malesia, Thailandia ed Indonesia). La tradizione europea trova difensori in Danimarca, in Svezia e in Inghilterra. In Italia c’è una federazione giovane con società agonistiche diffuse a “macchia di leopardo” sul territorio nazionale. In Italia il Badminton compare negli anni ’40; già dai primi anni ’60 inizia a diffondersi ma ancora in modo poco efficace. È grazie a Riccardo Simonetti, padovano e appassionato di questo sport, che nasce la prima Federazione Italiana (1960-66) che si affilia all’International Badminton Federation. Le scuole italiane più importanti per la promozione e la diffusione del Badminton in Italia diventano Merano e Bolzano: In quegli anni, il gioco iniziò a diffondersi particolarmente a Merano dove nel 1961 il gioco divenne agonistico e fu fondata la sezione Badminton dello Sport Club Merano. Più o meno nello stesso periodo sorse un altro club: lo S.V.V. Bolzano. Nella prima metà degli anni '60, Walter Bertoni, insegnante di educazione fisica, introdusse questo sport anche nelle scuole. Nel 1974, a seguito delle intuizioni del Cav. Aurelio Chiappero, viene creata la prima Federazione Italiana di Volano (FIDV) e nel 1976, si costituisce la l’AIBS (Associazione Italiana Badminton e Squash), ottenendo il riconoscimento della FIT (Federazione Italiana Tennis). Nel 1977 si svolge il primo campionato italiano e ad aprile del 1978 la squadra Nazionale italiana, composta di 6 giocatori, partecipa ai Campionati Europei a Preston, in Inghilterra Il primo regolamento tecnico di gioco venne stampato nel 1978 mentre un anno dopo viene pubblicato quello dei Campionati Italiani a squadre e nel 1979 si tenne anche il torneo a squadre al quale parteciparono S.C. Merano, B.C. Malles e S.C. Gavarno. Il 1985 segna un periodo di ulteriori cambiamenti in Italia. Il 24 marzo dello stesso anno viene approvato lo scioglimento dell’Associazione Italiana Badminton Squash (AIBS) che sancisce la scissione dei due sport e la costituzione della Federazione Italiana Badminton (FIB), ancora sotto il patrocinio della Federazione Italiana Tennis. Con l’inserimento del Badminton all’interno del programma ufficiale delle Olimpiadi di Barcellona nel 1992, la Federazione Italiana fa richiesta ufficiale al CONI per avere il riconoscimento quale federazione effettiva e non più associata. Tale riconoscimento arriva il 31 ottobre 2000 e viene reso effettivo a partire dal 2002 sotto la presidenza di Rodolfo La Rosa: Nasce la F.I.Ba. (Federazione Italiana Badminton). Negli anni sono diversi gli atleti Azzurri lanciati a livello internazionale, accompagnati sempre da un team tecnico di altissimo livello tecnico, cercando di intraprendere una "esperienza italiana" che nel 2008 si consacra con la qualificazione olimpica della prima atleta italiana, Agnese Allegrini (qualificata anche per Londra 2012), sotto la presidenza di Alberto Miglietta. L'Azzurra ha raggiunto la storica qualificazione nella 27^ posizione su 38 nel tabellone di singolare femminile. Il sogno è diventato realtà!
In Puglia il badminton è giunto grazie ad un allenatore malesiano (il maestro Seneviratne Ranil) nei primi anni novanta. Si ricorda che a quei tempi c'erano poche società (Badminton Club Bisceglie, Casamassima Badminton, Badminton Club Santeramo)... ma tanti atleti di valore. La storia "moderna" del badminton pugliese inizia nel 2000. Lassandro Giuseppe rifonda il Badminton Club Santeramo (poi assorbito dagli amici della Polisportiva Santeramo) e viene nominato Delegato FIBa Puglia. Nel 2002 si affilia alla FIBa l'ASD "Squash Club" di Foggia grazie alla famiglia Procaccino appassionata di sport "minori" ma pregiati. Gli anni successivi si susseguono con una crescita esponenziale di tutto il movimento regionale. Fasi salienti di questo fervore sono l'organizzazione nel 2005 dei "Campionati Italiani Under 15" da parte della Polisportiva Santeramo, la partecipazione costante delle rappresentative scolastiche alla fase nazionale dei "Giochi Sportivi Studenteschi", la certificazione del barese arch. Betto Pasquale Fabio ad arbitro di livello internazionale, l'apertura del Centro Regionale di Alta Qualificazione Tecnico-Tattica, la nostra presenza attiva ai "Giochi IN Magna Grecia"...). Nel 2008 la storia continua con la Costituzione del Comitato FIBa Puglia, con l'organizzazione dei Campionati Italiani Over a Taranto grazie alla Polisportiva Città2Mari dell'infaticabile Laguardia Paolo. Passano dieci anni e la crescita non si arresta. Infatti nel 2018 ritornano in Puglia i Campionati Master (ex Over) nella suggestiva cornice del Pala Florio di Bari per merito di Manio Marrone. Nello stesso anno si disputa a Grottaglie (Ta) la prima tappa italiana del 1° Circuito Nazionale di Parabadminton in collaborazione con il Comitato Italiano Paralimpico rappresentato localmente dal presidente Giuseppe Pinto. Recentemente la Puglia è stata fucina di diversi Campioni Italiani, tra i quali il murgiano Fabio Caponio rappresenta una prossima speranza olimpica.
INCLUSIONE E’ BADMINTON
La pratica sportiva è, apparentemente, un attività poco, o per nulla, inclusiva. Il mito dell’atleta nell’antica Grecia e poi ripreso nel “ventennio” prevede che, attraverso lo sport, vi sia la massima espressione del corpo umano come macchina perfetta. In realtà, ad un’attenta analisi possiamo inequivocabilmente renderci conto come attraverso il corpo ogni persona sente ciò che accade al proprio vissuto esistenziale. Il corpo racconta una narrazione del sé (pensieri, intenzioni, sentimenti, stati d’animo). La pratica sportiva, pertanto, permette d’interagire con diverse aree o funzioni della vita sociale quotidiana.
Non vi è solamente l’atleta agonista che compete per esprimere la propria “forza” e riceverne il meritato trofeo. Vi è anche l’atleta agonista, ma diversamente abile, che compete per emanciparsi, per mostrare la forza della proprie attività diversamente abili o per continuare ad assaporare il gusto della competizione. Vi sono i bambini, ragazzi, giovani che praticano una disciplina sportiva per condividere esperienze con i pari. E poi gli adulti della seconda e terza età che vedono nello sport un occasione per vivere una vita “salutare” e per evitare la solitudine sociale. Infine tecnici, arbitri e dirigenti che fanno dello sport una professione o possibilità di network socio-culturale. Per tale motivo il badminton presenta caratteristiche che lo rendono facilmente inclusivo o facilmente modellabile ad essere inclusivo.
E’ uno sport tecnico, veloce (Il volano del badminton, su uno smash, può raggiungere i 408 km/h al confronto, il record per una pallina da tennis su battuta è di 263,4 km/h; per una pallina da golf è 339,6 Km/h, per un pallone da calcio è 210,8 km/h) ed impegnativo. Studi clinici dimostrano che in un’ora di badminton si consumano calorie o si percorrono distanze pari a due ore di tennis. Un atleta agonista per vincere una competizione deve, dunque, mettere a dura prova il proprio corpo. Il badminton è si uno sport individuale ma si può giocare in doppio (due contro due), inoltre, ci sono competizioni a squadre (una squadra è composta da giocatori di singolo e giocatori di doppio). Dunque è uno sport che esalta l’autostima (partite di singolare) o la collaborazione (doppio/squadra). Il badminton è uno sport per la parità di genere. Non vi è contatto e si può giocare maschi contro femmine. Ufficialmente è codificato il doppio misto (un maschio ed una femmina contro un maschio ed una femmina). Il badminton è uno sport indoor (il peso del volano non permette una corretta aerodinamica all’esterno) ma per manifestazioni dimostrative si può giocare outdoor. Negli ultimi anni si sta sviluppando il beach-badminton, permettendo di accostare il badminton alle discipline da mare/spiaggia. Il parabadminton permette di mettere in competizione diversabilità fisiche differenti: in carrozzina, senza arti, difficoltà motorie. Tali atleti vengono classificati secondo specifiche categorie legate alla loro disabilità ma, spesso, ufficiosamente si ritrovano a giocare gli uni contro gli altri a prescindere dall’impaccio fisico. A livello scolastico permette di avviare le capacità motorie di base: coordinazione oculo-manuale, corsa, salto, riflessi… I programmi scolastici per il badminton sono molto attrattivi (vedasi il programma mondiale Shuttle Time (http://www.badmintonitalia.it/promozione/progetto-shuttle-time.html). La carriera di arbitro è relativamente semplice e presto si viene proiettati in scenari internazionali. Il dirigente del badminton promuove una disciplina dal nome curioso ma con una storia nobile; promuove uno sport “pulito” inserito nel programma olimpico.
p.s.: testo tratto dal paragrafo scritto da Giuseppe Lassandro per il libro "300 Battiti" di Vittorio Brandi Edito nel 2018 da WIP Edizioni